lunedì 20 gennaio 2014

2 CHIACCHIERE CON MADDALENA A. - INSEGNANTE DI LETTERE

Maddalena A. è attualmente insegnante di Lettere e sostegno presso un Istituto Alberghiero. Insegna ad alunni di terza e ha 8 anni di esperienza come docente. 

1) La classica domanda. Perché hai scelto di diventare professoressa?
Quando arrivò la telefonata in cui mi si proponeva la prima supplenza, ero terrorizzata. Dopo la prima settimana ero entusiasta. Ogni giorno è diverso, ogni studente è diverso. Scelgo ogni anno di svolgere questa professione per la ricchezza umana che tocco tutti i giorni con mano, per l’entusiasmo vitale che solo i ragazzi sanno trasmetterti.

2) Cosa significa essere insegnate al giorno d’oggi?
Significa lotta quotidiana: lottare per un posto di lavoro, lottare per avere a disposizione strumenti più adeguati e riconoscimenti di merito che ci vengono continuamente negati. Lo Stato taglia i fondi, la società ci denigra etichettandoci come fannulloni, gli studenti esauriscono le nostre energie.
Significa anche cambiare completamente l’idea dell’insegnante come colui che entra in una classe e riempie dei vuoti culturali. I ragazzi ci chiedono di essere genitori, fratelli maggiori, psicologi, laddove vi sono situazioni familiari difficili se non, purtroppo, drammatiche. Ci chiedono di essere per loro rifugio, poi, forse, insegnanti.

3) Visto dal vostro punto di vista. Cosa c’è di positivo e cosa c’è di sbagliato nel sistema educativo italiano?
Le basi del sistema educativo italiano sono le migliori; fino alla metà del secolo scorso, l’Italia vantava primati eccellenti nell'avanguardia didattica. Poi, ci si è fermati. La nave si è incagliata in mezzo a questioni economiche, a interessi politici rivolti a tutt'altro e, via via, il sistema educativo è diventato un peso, una voragine in cui nessuno vuole guardar dentro. Fortunatamente, ci sono moltissime persone competenti e volenteroso, che vi si lanciano ancora, mettendo insieme i pezzi, incollando qua e là, tenendo insieme il tutto, nonostante le enormi difficoltà.

4) Ripensando al tuo passato di alunna e al rapporto avuto con i tuoi professori, cosa è cambiato?
Tutto. Quasi tutti i miei docenti, entravano in classe e a malapena sapevano i nostri nomi; dal punto di vista umano, ci sentivamo nulla di  fronte a loro, eravamo vasi da riempire, in quale modo non importa. Ricordo con piacere una prof, l’unica che si interessava delle nostre vite, che proponeva attività coinvolgenti, che chiedeva la nostra opinione. E’ a lei che rivolgo il mio pensiero quando sono in difficoltà, quando avrei voglia di mollare tutto; mi tiene a galla l’idea di poter lasciare qualcosa di positivo nel cuore dei miei studenti, così come ha fatto lei con me. Imposto il mio lavoro partendo dal presupposto di avere persone di fronte a me, e non macchine da studio. Persone fatte di emozioni e pensieri a cui mi devo rivolgere, se voglio la loro attenzione.

5) Potresti raccontarci qualche aneddoto divertente o no che ti è successo con i tuoi alunni?
Qualche anno fa, andammo in gita a Venezia. La sera sul tardi, facendo il giro delle camere e delle raccomandazioni per la notte, bussai ed entrai nella camera dei ragazzi trovandovi dietro la porta alcune ragazze. Mentre spiegavo loro che sarebbe stato meglio tornare in camera, bussò un mio collega. In automatico, mi spaventai e mi nascosi dietro la porta con le ragazze e tutti scoppiamo in una grande risata. Lo ricordiamo ancora oggi, quando mi trovo per un caffè con questi miei ex allievi ormai grandicelli, e ancora ridiamo.

6) Quale è stata la maggior soddisfazione ricevuta da quando sei insegnante?
E’ accaduto proprio qualche giorno fa. Lo studente che seguo da tre anni, il prossimo anno si trasferisce con la famiglia e cambia scuola.
Mi ha scritto una letterina, in cui mi dice che vuole chiedere al Preside se può portarmi con lui, nella nuova scuola, perché non vuole un’altra insegnante. Non nascondo che con una scusa sono uscita dalla classe perché mi sono commossa moltissimo. Riempie il cuore poter toccare con mano il risultato di tutta l’energia e tutto l’affetto riposti nel mio lavoro; i ragazzi tolgono tanto, ma sono in grado di ripagare con una amorevole innocenza che noi adulti spesso dimentichiamo.

7) Hai a disposizione una lampada magica e il genio ti concede 3 desideri in relazione alla scuola o alla tua professione, cosa chiederesti?
Semplice: risorse umane e finanziare all'altezza delle aspettative, una società che rispetti il mio lavoro così come io rispetto quello degli altri, una selezione basata su aspetti legati ai meriti lavorativi.

Ringrazio Maddalena di avermi concesso un po' del suo tempo prezioso per rispondere alle mie domande. Dalle sue risposte si intuisce che è una docente dedicata ed appassionata ai suoi alunni che sicuramente possono sentirsi fortunati ad averla come insegnante.


Kly 

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