lunedì 14 marzo 2016

LA TESSITURA NEL SALENTO by Giuliana

"Donna.
E’ nella donna, il silenzioso mistero, del tempo del creare.
Da sempre trova in lei, la sua casa. 
E la paziente attesa tesse.
La sua unicità irripetibile".

Mentre la navetta scorre, nel varco, degli alterni fili dell’ordito. Gesti rituali, di un improbabile danza, scanditi ritmicamente, nel sonoro vuoto della propria stanza.
E’ antica quasi quanto l’uomo quest’arte e nel tempo è diventata più di una semplice necessità, assumendo sempre più caratteristiche identificative di popoli, cultura, stato sociale e non ultima capacità decorativa e creativa.
La tessitura ha superato secoli, tradizioni e miti, basta pensare all'Odissea, dove Penelope nel “tessere” riaffermava la sua capacità di scegliere, una fiduciosa attesa. Oppure ad Aracne, che della sua abilità, ne fa addirittura un’amara sfida agli dei. Condannata per questo, a tessere per sempre, la sua tela dalla bocca.
Importantissima la preziosa arte del telaio nella cultura salentina.
Ancora oggi, infatti, le tessitrici riprendono con maestria e dedizione le tecniche risalenti a centinaia di anni fa e realizzano con antichi telai a quattro licci manufatti tessili bellissimi con fibre e colori naturali o con tinture vegetali. Nel viaggio alla scoperta dell'industria tessile casalinga, tra memoria, conservazione e valorizzazione, si scoprono realtà importanti come quella delle sorelle Solazzo a San Pietro Vernotico, di Alida Castellan a Collepasso che ha ricostruito i telai messapici, di Antonia Calabrese a Tiggiano.
Davanti agli occhi sfilano tappeti, preziosi arazzi, borse e stole, coperte di lana pregiata, asciugamani, tovaglie, copriletto esclusivi e sciarpe. Un sapiente intreccio di fili e cordicelle, un attento ordire di stoffe e tele, elementi semplici in grado di dar vita a splendidi e originali lavori di tessitura.
Anna Rita De Matteis, questo è il suo nome, è nata a Casarano (LE) nel 1983 ma vive a Galàtone, dov'è sposata. Ha frequentato l’Istituto d’Arte “A. Giannelli” di Parabita (LE) diplomandosi in “Arte applicata alla tessitura artigianale, industriale e stampa su tessuto”. Nella sua stanza di lavoro sono custoditi gli antichi attrezzi che un tempo erano utilizzati, come ancor oggi fa lei, per la preparazione dei fili e dell’ordito, nonché per la tessitura vera e propria e cioè un turnicèddhu de l’ambàce, ossia il “tornio della bambagia” adoperato per separare il cotone dai semi; un fuso, usato per filare le masse grezze di cotone, lino e lana; una macìnula o macènnula, ovvero un arcolaio impiegato per comporre l’ordito filo dopo filo e, infine, un vecchio talàru o tilàru, il telaio, in legno d’ulivo.
Nella tessitura Anna Rita mostra di possedere un talento innato ed è una delle più giovani maestre di telaio in Italia. Tale primato, già di per sé onorifico, è da considerarsi ancor più importante perché accreditato proprio in Terra d’Otranto che non è solo la sua terra natale ma è anche la terra d’origine dell’antica tecnica di tessitura detta del “fiocco” salentino; tecnica che Anna Rita è ormai tra le poche a conoscere e a saper eseguire correttamente. Si tratta, nello specifico, del cosiddetto “soprariccio”, cioè di un punto a rialzo col quale le figure create appaiono in rilievo e, quindi, nettamente distinguibili dallo sfondo. I disegni così realizzati, oltre ad essere facilmente percepibili al tatto, diventano anche molto evidenti attraverso l’utilizzo di diverse cromie che ne esaltano, conseguentemente, sia la struttura e sia la regolarità della figura stessa. In tal modo la giovane maestra di Galàtone crea coperte, tovaglie, corsie, copri-cuscino, borse e manufatti vari dal cui tessuto di fondo emergono scene di vita quotidiana, silhouette di animali domestici e di uccelli, motivi floreali e geometrici, putti e immagini sacre; il tutto rielaborato secondo una chiave artistica del tutto personale, capace di dare alla sua produzione il carattere della particolarità e della pregevolezza. Tecnicamente i lavori di Anna Rita sono una sapiente rielaborazione dei motivi esornativi tratti dalla tradizione locale, nella quale convergono elementi provenienti sia dalla cultura classica greca e romana, sia dalla cultura saracena e da quella fiamminga e ciò, ancora una volta, a dimostrazione dell’intensa attività di scambio culturale che il Salento storicamente intrattenne con tutti i paesi dell’area mediterranea.


Giuliana

1 commento:

  1. Homolta ammirazione per chi ha l'estro e capacità di certi lavori manuali di precisione e buongusto, nonchè pazienza che a me manca...) bellissimo post!

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