martedì 15 aprile 2014

LA MIGLIOR VENDETTA E' IL PERDONO

Doveva sperimentare l'esperienza del tradimento forse per sentirsi meglio, per risorgere!
Parlo da donna tradita e di un partner traditore col quale ho condiviso per quindici anni gioie, dolori, casa, figli e il ruolo di moglie. Scegliendo proprio lui, a suo tempo, tra i tanti ragazzi per me insignificanti. Perché bisogna scegliere sempre di chi innamorarsi! Sarebbe un errore gravissimo accontentarsi di qualcuno solo per non restare soli.
Nell'immaginario collettivo la parola tradimento porta inevitabilmente a qualcosa di sbagliato. E inizialmente anch'io pensai ad un evento irreparabile quando venni a sapere di essere stata tradita. Ma spesso generalizzare a prescindere, tentare di ridurre un comportamento umano a uno stereotipo, costituisce un limite e ci priva della possibilità di arrivare a una comprensione più profonda delle dinamiche individuali o di coppia, e di modificarle in una direzione migliore.  
No, non mi reputo una persona forte, io cado in cento pezzi ogni momento distruggendo il puzzle di certezze che pian piano ho costruito. Ma col tempo ho imparato a raccogliere uno a uno tutti questi pezzi e a metterli insieme. Ho imparato a ricominciare. Certo ci vuole coraggio per arrivare a invertire i nostri pensieri e riuscire a trasformare in occasioni le nostre delusioni. O ci vuole un bel “piano di emergenza”.
Quello che probabilmente io ho trovato ed è con grande soddisfazione che oggi riesco a parlare di questa storia nella quiete delle mura domestiche che da ormai un anno non tremano più sotto le nostre urla e di nuovo accanto al mio compagno di sempre. 
E’ accaduto così per Walter, mio marito, una cena tra ex compagni di classe dove è ricomparsa Lalla, decisamente più bella rispetto al ricordo del Liceo. E terribilmente single.
Dopo qualche settimana notai un cambio comportamentale improvviso in lui legato a nessun apparente motivo. Sembrava distratto e sconclusionato, soprattutto nel ruolo di padre. Questo atteggiamento iniziò a diventare un’abitudine fino a crearmi dei sospetti. Ma non dissi niente sulle prime.
Poi iniziarono i colpi di scena: straordinari di lavoro mai effettuati, trasferte improvvise, litri di profumo inebrianti sugli indumenti e rasatura sempre ineccepibile. Il tutto per qualche mese. Lasciandomi senza spiegazioni. Poi lo misi al muro: “Walter, hai un’amante?” – chiesi a bruciapelo.
Il suo indugiare mi rivelò l’amara verità. Non reagii con scenate o urla. Scelsi la strada più zen, e con calma proseguii, seppur con un nodo in gola:
“Non voglio sapere niente di più, ti chiedo solo di non prendere decisioni affrettate. Tutto passa e potrebbe essere così anche per te. Ti do il tempo che ti serve per capire. Tra un po’ di tempo mi dirai cosa senti per lei. Nel frattempo sappi che non hai a che fare con una stupida, pertanto da oggi finché non hai le idee chiare sui tuoi sentimenti non potrai dormire nel letto con me, non ti preparerò la cena, non ti laverò né ti stirerò i panni. E comunque …. Se questo servisse a chiarirti maggiormente le incertezze, sappi che io, oggi, ti risceglierei ancora fra tanti, anche i più affascinanti”.
Lo spiazzai. Ma ovviamente non bastò! Mi scrisse su un foglietto il nome di lei e me lo fece trovare in cucina vicino al caffè l’indomani uscendo di casa prima di me. La conoscevo, ma non sapevo ancora se fosse un bene o un male.
Mi documentai un po’ sulla questione che mi stava toccando da vicino e scoprii che esistono tanti tipi di tradimento quanti tipi di amore: c’è il tradimento platonico, quello del cuore, quello per sesso e quello per vendetta. C’è il tradimento programmato e quello occasionale, quello che riaccende la passione o quello che la spegne totalmente e fa naufragare il rapporto. Ogni tanto si tradisce anche per puro diletto, per trasgredire o per avere conferma sulle proprie capacità di seduzione. Tutti questi scenari tra loro molto diversi, devono però portare una donna tradita a porsi una domanda: “cosa non funziona?”. E qui ognuna deve saper rispondere da sé, non esistono risposte assolute. Così come non esiste una forma assoluta di relazione e di coppia. Ognuno ha il diritto di cercare la propria anziché sottostare ad uno standard imposto dalla società che a lungo andare soffoca.
Inoltre col tempo e crescendo l’essere umano cambia inevitabilmente, come le mode, le stagioni, gli amici ed è in continua evoluzione. Pertanto è impensabile credere che i nostri gusti o le nostre aspettative siano sempre identiche nel corso della nostra vita. Fatto sta che, secondo le indagini, se c’è una cosa che può restare invariata questa è la voglia di sentirsi vivi. Infatti la noia è una dei principali moventi che portano una coppia a tradire. 
Mi venne da ridere visitando alcuni siti, scambiando pareri in qualche social o parlandone con persone fidate, al pensiero di quante coppie tradivano ed io non ne ero a conoscenza chiusa com'ero stata fino a quel momento nel guscio del mio tran-tran famigliare, dedita alla casa, ai figli e al marito. Mi ero sentita improvvisamente un Mammut dell’Era Glaciale catapultata nell'Era moderna. L’argomento sembrava accendere in maniera focosa più gente rispetto ad un derby calcistico. Il mondo era proprio cambiato ed io ero rimasta tanto indietro …
Addirittura leggevo di donne all'avanguardia che grazie ai potenti mezzi informatici si destreggiavano abilmente tra casa e network sfruttando qualsiasi possibilità di incontro anche senza uscire molto di casa: anzi, proprio le casalinghe statisticamente parlando, sembravano le più avvezze al tradimento. Bella roba! 
E io che il PC avevo imparato a usarlo per scaricare le ricette di cucina? Ero completamente demodé… Poi più sotto in un trafiletto di questa statistica lessi una teoria consolatoria: a tradire sembravano solo i meno intelligenti! Vuoi vedere che allora da qualche parte mi salvavo anch'io? Pensai.
In ogni caso, dopo aver fatto i miei adeguati sondaggi,  aver trascorso un mese dove Walter non mi degnava di una parola se non in via eccezionale e continuava a svolgere la sua nuova vita frequentando appena possibile questa nuova compagna creando in me rabbia mista a tristezza, delusione e sbalzi di umore, sbottai al suo tardo ennesimo rientro a casa dicendogli tutto ciò che pensavo e che avevo maturato emotivamente in quei mesi.
Iniziai col dire “ma cosa ti manca?” e finii con “se non mi ami più abbi il coraggio di dirmelo, nessuno vuole che questa per te stia diventando una prigione”! Urlando, piangendo, sbattendo oggetti sul tavolo e svegliando i ragazzi nel cuore della notte. Pessima mossa. E pessimo risultato. Lui uscì di casa per due giorni senza dire una parola! 
Rientrò solo al terzo, mentre i ragazzi erano fuori casa, cogliendomi di sorpresa mentre ero ai fornelli. Prese qualche camicia e una trousse con il necessario per la sua bellezza poi mi guardò dicendo: “Vado da mia madre!” e uscì sbattendo la porta. Così, come sotto effetto di droga, senza nessuna considerazione per me, moglie legittima, per i nostri figli sangue del suo sangue e per la nostra storia. Lasciando me inerme e sempre più interdetta. Passarono giorni dove entrava e usciva di casa a suo piacimento e ogni tentativo di approccio da parte mia diventava un motivo per discutere, insultarci e ferirci. A volte le discussioni si protraevano per più ore lasciando entrambi sfiniti e privi di dignità per le parole pronunciate senza un minimo di sentimento.
Ma dov'era quel Walter che mi stringeva a sé e mi coccolava come si fa con un cucciolo impaurito prima di addormentarci? Dov'era quel Walter pieno di attenzioni per la sua famiglia? Dov'era quel Walter presente, riflessivo e partecipativo ai problemi di casa? Dov'era mio marito? Dov'era sparito? Dove l’avevo perso? Era diventato irriconoscibile! Risucchiato come un pulviscolo da una turbina in funzione, trasportato come un tronchetto da un fiume in piena, questo vedevo in lui. 
Un uomo debole manovrato da un potere prorompente e disarmante, stregato da una seduzione e una abilità femminile accattivante, affamato di scoperta e di novità ma anche impaurito e impotente. Lo leggevo nei suoi occhi che mentre mi parlava brillavano, lo percepivo dalle labbra che tremavano. Lo avvertivo dai gesti, troppo meccanici e poco spontanei. 
Fu così che, gonfia come una vela con il vento a favore, presi coraggio e feci quella mossa che poche donne sanno fare: affrontare la propria rivale! C’è un limite oltre il quale la pazienza non è più virtù.
Ma non lo feci dal vivo. Lo feci nel modo più sottile e bastardo possibile, lo feci scrivendole una lettera accompagnata da una foto della mia famiglia che diceva così:
Questi siamo noi, felici e spensierati. Tra quelli che vedi io sono la donna più matura, la compagna di sempre di Walter, quella che gli ha regalato i  tre marmocchi da cui siamo circondati qui. Ora non sono io che parlo, è tutto il dolore che ho dentro. E’ l’immagine di te con la sua lingua che si intreccia alla sua, è il pensiero delle sue mani che ora stringono le tue. Ti conosco, più per fama (non certo bella direi, anzi) che di persona, quella fama che ti porta a far si che un uomo tradisca la sua donna per avere le sue mani tra le tue gambe. Ne è valsa veramente la pena fargli fare quel che ha fatto per una persona che non ama, ancora?  Se ne è valsa veramente la pena, brindo a voi affinché questa vostra storia abbia un lungo futuro. Lo pretendo per questa ferita che mi hai fatto nel cuore. Ma se solo solo pensi che si sia trattato di un gesto di follia, di momenti di solitudine da trasformare in allegria, perché ti sentivi trascurata, per noia, leggerezza, abitudine o troiaggine, ora è il momento di cercare altri lidi. Non c’è più spazio per te. Ti sei divertita abbastanza ma il suo posto non è lì accanto a te. Tu puoi dargli una gioia effimera, ma il suo futuro appartiene a noi che ogni sera lo aspettiamo, che non ce ne facciamo una ragione e che siamo pronti a tutto per riportarlo a casa! E credimi, se combatti contro di noi, hai già partita persa! Molla il colpo, prima che sia troppo tardi.
Spedii la lettera a lei e dopo due giorni chiamai lui. Gli dissi che avevamo un appuntamento importante all'aeroporto. In due ore saremmo giunti a Parigi (avevo la cittadinanza lì) per questioni legali: non poteva mancare! Ci cascò, e durante il volo gli svelai che ci attendeva un week end di intenso romanticismo. Mi ero fatta fare la manicure e i capelli, avevo acquistato la miglior lingerie che trovai sul mercato. Ero disposta a tornare a casa con il mio trofeo in tasca! E fu così che andò. L’avevo perdonato. E messo lei in fuga.

Sonia

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