martedì 22 aprile 2014

DEVO ESSERE PAZZA

DEVO ESSERE PAZZA


Devo essere pazza oppure  incosciente 
se di colpo a chilometri di distanza e di tempo 
da "noi" penso a te dal niente, 
o forse da un sogno fatto all' improvviso 
dove tutto era possibile e 
l'universo cadeva ai nostri piedi. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
se ricordo ancora il timbro della tua voce 
come se ti avessi sentito ieri al telefono per l'ultima volta 
mentre sono trascorsi quasi due lunghi anni. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
se sento la tua presenza ancora accanto a me 
come fossimo carne contro carne stretti come in quei momenti nel letto. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
a pensare che tu sia stato il mio viaggio 
dal quale non ho mai fatto ritorno 
nonostante la nostra rottura così brusca e definitiva. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
se lascio che i ricordi di te, di me, di noi, 
galleggino inesorabili a fior di pelle nei giorni 
e penso che tutto quel che è successo 
sia stato meraviglioso nonostante tutto 
e mi viene da sorridere anzichè da piangere. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
se mi tremano le gambe 
al pensiero di poterti incontrare per caso per strada e magari capita già domani. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
se guardando indietro 
a quella storia lì non ho alcun rimpianto e mi sento felice. 

Devo essere pazza oppure incosciente 
se lascio che si infilino nella mia testa 
immagini di noi che ridiamo e stiamo bene 
come se nulla fosse successo. 
Proprio da qualche giorno 
sono arrivati bussando piano, leggeri, pensieri felici 
dei nostri momenti insieme, 
tenendomi una compagnia disarmante 
e creandomi la sensazione di sentirmi di nuovo viva, 
cosciente, libera, consapevole di cosa voglio, 
di quale sia la direzione della mia vita. 

E' stato un sogno a suggerirmelo, due notti fa.... 
Un sogno di me e te 
che in un altro spazio e tempo 
occupavamo meravigliosamente il palcoscenico 
di una storia d'amore senza eguali. 
E la sensazione che ho avuto svegliandomi 
mi ha donato tranquillità e gioia 
per lungo tempo 
tanto da non farmi capire se stessi ancora sognando o fossi sveglia. 

Al risveglio le domande nella testa sono partite senza freno 
così come i dubbi e le perplessità, 
ma insieme a tutte queste intense emozioni, 
il primo posto lo hanno conquistato gli istinti: 
volevo prendere il telefono e sentire la tua voce, 
così.....d'amblè....alle 8 del mattino! 

Non so cosa mi ha trattenuto. 
Forse la certezza di non ricevere risposta.... 
Ma la mente andava, contro tutto e tutti; 
non decidevo io, il mio cervello aveva inserito il pilota automatico. 
Lui mi frega, sempre. 

Ma anche se non ti ho chiamato, 
ho deciso che non potevo lasciar naufragare un sogno di tale intensità 
e significato nel vuoto più profondo 
e sperduto della memoria. 
Ho deciso coraggiosamente di dare, 
oltre che un'anima, 
anche un corpo 
e una forma a quel sogno. 
E così ti ho scritto.


Sonia

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