martedì 24 giugno 2014

LA SOFFITTA

Il leggero cigolio di una finestra fece sussultare tutti gli oggetti vecchi e ormai anche abbandonati nella soffitta. Come se il tempo finalmente cominciasse a scorrere ed a pulsare come un grande cuore generoso essi si svegliarono dal loro antico torpore e cominciarono ad animarsi e a discorrere fra di loro del passato.
Una vecchia scrivania dall'aspetto austero fece sentire la sua voce per prima e disse con grave tono:
- Siamo ormai abbandonati al nostro destino! Non brilleremo più nelle ampie stanze di questa grande villa. - e si ritrasse cupa a pensare.
- E' vero! - continuò con voce acuta un grande lampadario di cristallo che più nulla conservava della sua antica bellezza  - Ero così felice un tempo di illuminare a giorno il grande salone dei ricevimenti sembrando un piccolo sole nascente, ma ormai sono inutile! - e si chiuse in assoluto mutismo.
Un grazioso portadolci sussurrò con un fil di voce:
- Una volta la mia dimora era la sala da pranzo, le mani degli invitati mi accarezzavano ansiose per cogliere le prelibatezze che contenevo ed io ero particolarmente lieto di addolcirli, ma ormai.... - e non finì il discorso poiché la troppa polvere glielo impediva e la sua vocina si spense gradatamente.
- Noi - dissero in coro alcune coppe di spumante - siamo state testimoni di molti brindisi  e di tate ricorrenze, abbiamo suonato come dolci campanelli agli innumerevoli cin-cin, ma ormai siamo opache e scure dalla polvere - e reclinarono il capo mortificate e deluse.
E così fecero ad uno ad uno tutti gli ospiti di quella stanza: l'antico orologio a pendolo, il vassoio d'argento, il vecchi cavallo a dondolo, l'antica poltrona e tutti gli altri.
La soffitta ascoltava in silenzio tutti quei messaggi di amarezza e provava per tutti i suoi ospiti molta tristezza, ma non poteva, anche volendo, aiutarli. E così tutto il solaio sprofondò in un grande silenzio, ma un'antica bambola dalle guance paffute e pallide che un tempo dovevano essere state di un bel colore rosa pesca, spezzò quella triste quiete con vivacità e risoluzione:
- Animo, animo! - gridò a tutti - non siamo inutili anche se viviamo dimenticati. Chi farebbe compagnia alla soffitta se noi non ci fossimo? Forse si sentirebbe sola! Ed avete già scordato i passeri che ogni giorno ci allietano con la loro presenza ed il loro cinguettio posandosi sul davanzale della nostra finestra. Avrete senz'altro osservato i loro voli festosi, infondono in tutti noi l'amore per la vita. Quindi ogni giorno la vita scorre viva in ogni luogo e in ogni momento, siamo noi che abbiamo scordato questo bellissimo desiderio.
Di nuovo tutti gli oggetti dimenticati si rianimarono e finalmente dopo tanto tempo che vivevano prostrati nella loro desolazione, reagirono cominciando a fare progetti per rendere meno depressiva la loro solitudine.
Il cavallo a dondolo si disse: "Farò un po' di ginnastica, dondolandomi ogni giorno almeno nella mia fantasia, questo mi aiuterà a sopportare".
L'orologio si promise di scandire le ore nei suoi sogni e fermamente tutti gli ospiti del sottotetto si promisero di trovare uno scopo a loro valido per non cedere più alla loro inerme tristezza.
Passarono molti giorni e la soffitta compita e silenziosa osservava i suoi ospiti ed intravvedeva in essi un leggero e positivo cambiamento che la inteneriva e la rendeva profondamente lieta. Ma una notte un furioso temporale si abbatté improvvisamente, la finestrella del solaio, che già in passato aveva i cardini cigolanti, si aprì di scatto e cominciò a sbattere ripetutamente.
La pioggia penetrava rapidamente innaffiando tutti gli oggetti ed allagando il locale. Dopo una notte di tempesta che ricordava un poco il diluvio universale tutto si placò e ritornò tutto alla normalità.
Ma non era poi tutto normale, i proprietari della grande villa si accorsero di perdite d'acqua, il soffitto del grande salone era molto macchiato per le infiltrazioni.
Urgentemente bisognava riparare al danno, cercando al più presto la fonte del disastro. Dopo aver revisionato con cura tutti i muri della villa, si scoprì che molto probabilmente il tutto proveniva dal sottotetto.
Quando vi si recarono non ebbero dubbi, l'inizio del danno era proprio in quel luogo, la finestra a forza di sbattere aveva ceduto lasciando la stanza esposta alle intemperie. Ma la sorpresa fu maggiore ai loro occhi quando si accorsero che tutti quegli oggetti impulsivamente trascurati e privi di interesse, potevano ancora servire.
In seguito la finestrella fu riparata, lo stesso locale pulito ed imbiancato. Il materiale che vi era abbandonato ripulito e collocato al giusto posto.
Oggi nella loro naturale dimensione i nostri cari oggetti si sentono considerati e felici come un tempo, ricordano la soffitta con molta gratitudine per averli ospitati in un momento difficile, ed essa pensa a loro con un pizzico di nostalgia, ma i passeri sul suo davanzale cinguettano vivacemente e con i loro acrobatici voli le fanno molta compagnia infondendole molta dolcezza ed essa sorride pacatamente lieta e sa saggiamente che la vita continua.


MORALE: Anche nei momenti più difficili non serve abbattersi, ma vale molto di più reagire ed eventualmente avere il coraggio di ricominciare.


Milano, 10 luglio 1987

Nonna Mariuccia

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